Legittima difesa: regole attuali, limiti e casi pratici

La legittima difesa è uno degli istituti più discussi del diritto penale italiano

9/22/20252 min read

a woman kneeling down holding a baseball bat
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Legittima difesa: regole attuali, limiti e casi pratici

La legittima difesa è uno degli istituti più discussi del diritto penale italiano. Non solo per le implicazioni giuridiche, ma anche per il forte impatto sociale e mediatico che ogni caso concreto suscita. L’idea di poter reagire a un’aggressione per proteggere se stessi, i propri cari o i propri beni si confronta costantemente con i principi di proporzionalità e tutela dei diritti fondamentali.

1. La disciplina normativa

La legittima difesa è regolata dall’art. 52 del codice penale, che stabilisce che non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.

Dal 2019, con la riforma introdotta dalla Legge n. 36/2019, è stata ampliata la tutela per chi reagisce all’interno del proprio domicilio o nei luoghi in cui si esercita un’attività professionale o commerciale. La norma, infatti, riconosce una presunzione di proporzionalità nell’uso di un’arma legittimamente detenuta contro chi si introduce con violenza o minaccia.

2. I limiti dell’istituto

La legittima difesa non è un “lasciapassare” per reagire in ogni circostanza:

  • Attualità del pericolo: la minaccia deve essere in corso o imminente. Non è ammessa difesa preventiva o successiva.

  • Offesa ingiusta: l’aggressione deve provenire da un comportamento illegittimo dell’altra parte.

  • Necessità della reazione: non devono esserci alternative concrete, come la fuga o la richiesta di aiuto.

  • Proporzione tra difesa e offesa: l’uso della forza deve essere commisurato alla gravità della minaccia.

Questi limiti vengono valutati caso per caso dai giudici, con margini interpretativi che hanno spesso alimentato dibattiti.

3. La legittima difesa domiciliare

La riforma del 2019 ha introdotto una forma di “presunzione di proporzionalità” nelle ipotesi di difesa domiciliare. Tuttavia, la presunzione non è assoluta: resta comunque necessario che la reazione sia finalizzata a respingere un’aggressione effettiva e che non sconfini in un eccesso punibile.

4. Casi pratici ed esempi giurisprudenziali

La giurisprudenza offre numerosi spunti:

  • Cass. pen., sez. I, n. 40414/2017: esclusa la legittima difesa in caso di reazione sproporzionata rispetto all’offesa (colpi mortali contro un aggressore non armato).

  • Cass. pen., sez. V, n. 19544/2020: riconosciuta la legittima difesa domiciliare quando l’intrusione avviene con minaccia armata e l’aggredito reagisce con arma legittimamente detenuta.

  • Cass. pen., sez. IV, n. 23459/2021: ribadita l’importanza del requisito dell’attualità: non c’è legittima difesa se l’aggressore è già in fuga.

5. Un bilanciamento delicato

La legittima difesa rimane uno dei campi più complessi del diritto penale, dove si intrecciano principi costituzionali, esigenze di sicurezza e sensibilità sociale. La sfida del legislatore e della giurisprudenza è quella di trovare un equilibrio tra la tutela dell’incolumità personale e il rischio di trasformare l’ordinamento in un sistema di “giustizia privata”.

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